Frigodiffusione | Dukkha.

Frigodiffusione | Dukkha

2013, Frigoriferi Milanesi

Continuano gli appuntamenti teatrali del ciclo Frigodiffusione dei Frigoriferi Milanesi il 19 aprile 2013 con Dukkha – azione privata prodotta dalla compagnia Effetto Larsen. Lo spettacolo si terrà alle ore 21.15 nella Sala Cubo dei Frigoriferi Milanesi (Via Piranesi, 10 – Milano). Ingresso libero con iscrizione obbligatoria a info -at- frigoriferimilanesi.it. Scarica l’invito >

Dukkha – azione privata:

un progetto di Matteo Lanfranchi
sound design Roberto Rettura
produzione Effetto Larsen
con il sostegno di Cattivi Maestri, Confini Festival

Menzione Speciale SubUrbia ’08
Spettacolo vincitore GAI – Movin’Up ’08

Dukkha trae ispirazione da un racconto di Ian McEwan intitolato Conversazione con l’uomo nell’armadio, di questo racconto rimane in particolare un luogo, una stanza, eletta a “contenitore” dello spettacolo. In questa stanza il protagonista, un uomo senza nome, ha passato tutta la sua esistenza. All’interno dei pochi elementi scenografici che definiscono i confini di questo piccolo universo si assiste all’esistenza di un essere umano, ai suoi tentativi di comunicazione, all’immaginario di qualcuno che è sempre rimasto chiuso in un posto lontano dal mondo. Del testo restano solo poche frasi. I nodi principali di questa vita claustrofobica vengono tradotti da parola in azione, andando a indagare quello che nel racconto trova il suo posto tra una riga e l’altra.

Il principio è quello di invitare lo spettatore nel tempo di questa stanza isolata, concedendogli lo spazio immaginativo per ricomporre i fili di una storia frammentata, scomposta come può esserlo un ricordo. Come attraverso uno spiraglio, si sbircia l’intimo mondo di un personaggio: le sue ossessioni, i suoi sogni, le sue abitudini, in un misto di presente, passato e desiderato. Un loop, una lunga sequenza che scandisce il ritmo di un’esistenza, diventandone metafora.

Il tempo viene abitato, dilatato fino a privare del loro senso azioni e parole apparentemente quotidiane, sfalsandole di ritmo. Ciò che resta sono situazioni, poche parole confidate a un microfono e immagini, intese come azioni che evocano avvenimenti del passato. Il linguaggio viene trasposto: il ripasso dei gesti necessari alla sopravvivenza, il desiderio di fuggire, i giochi infantili diventati passatempi, i turbamenti sessuali, la memoria di un abbandono diventano frammenti, elementi di un puzzle dove la figura completa è la biografia del personaggio.

Parte integrante della performance è la partitura sonoro-musicale che la accompagna, realizzata in collaborazione con Roberto Rettura e composta da vari elementi: canzoni, suoni ambientali, effetti. Ogni elemento sonoro è lineare allo svolgimento degli avvenimenti ed è elaborato in tempo reale, divenendo così registro invisibile che segue la drammaturgia dell’azione. Di volta in volta modificato con riverberi e filtri o semplicemente riprodotto, il suono nutre e sostiene l’immaginario di chi osserva.

L’indagine è rivolta alla semplicità della tragedia. Il protagonista del racconto è sicuramente il protagonista di una tragedia contemporanea, spogliata di qualunque valenza mitica, di eroi e di dei, di antagonisti e alleati. Vittima di un destino avverso, di circostanze familiari terribili e di sé stesso, sembra infatti incarnare la metafora di una condizione di esistenza che ci appartiene moltissimo: la privazione. A volte prende le sembianze della solitudine. In ogni caso provoca sofferenza. La tragedia diventa quindi strumento di indagine della sofferenza, di Dukkha, il termine sanscrito pressoché intraducibile che indica l’incapacità di essere soddisfatto, la frustrazione. In una delle sue forme, Dukkha si manifesta come la sofferenza dovuta al cambiamento, alle aspettative violate, all’impossibilità di far durare i momenti felici. Alla privazione di ciò che sembra poterci soddisfare. L’unica speranza presa in prestito dalla tragedia è la catarsi, rappresentata, in questa visione contemporanea, dalla consapevolezza e interruzione del loop, della ripetizione, come un raggio di sole che squarcia le nubi.

Guarda il video dello spettacolo  >

Effetto Larsen nasce nel 2007 a Milano ad opera di Matteo Lanfranchi, allo scopo di promuovere progetti di ricerca sui linguaggi performativi. Lo stesso anno debutta Dukkha – azione privata, prima produzione della compagnia (Menzione speciale UpNea ’08, vincitore Movin’Up ’08).
Nel 2008 presenta anche al Danae Festival TUO/OUT, intervento performativo urbano, vincendo nel 2009 il primo premio al concorso di drammaturgia urbana Borgo Teatro di Bologna. Sempre nel 2008 realizza Lo sguardo di Amleto, secondo premio al Festival Internazionale di Regia.
Nel 2009 vince la Biennale Giovani Artisti d’Europa e del Mediterraneo – Skopje 2009 con la performance Aggregazione, seconda parte del progetto Dukkha.
Nel 2010 sviluppa la terza e ultima parte del progetto Dukkha, Elogio del disagio – ovvero il fallimento dell’azione, e la performance urbana di massa STORMO, entrambi prodotti dal Danae festival di Milano.
Nel 2011 collabora con l’Accademia di Belle Arti di Brera alla realizzazione di Undergound Trip, progetto per la prima performance urbana nella storia della Metropolitana Milanese. Sempre 2011 vince il Premio Scrittura di Scena Lia Lapini con Innerscapes. Lo spettacolo viene prodotto e sostenuto da Teatro Inverso, CSS – Teatro Stabile d’Innovazione del FVG, Danae Festival – Progetto Ares, Festival Voci di Fonte.
Attualmente la compagnia sta sviluppando il progetto STORMO rEVOLUTION, finalizzato alla creazione di un gruppo d’assalto performativo urbano.

Per informazioni:

Matteo Lanfranchi

Effetto Larsen Via Asiago 55, 20126 Milano

+39 02.36565597 – +39 347.8718979

matteo -at- effettolarsen.it  |  www.effettolarsen.it

 

 

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