Frigodiffusione | Questi amati orrori.

Frigodiffusione | Questi amati orrori

2013, Frigoriferi Milanesi

Primo appuntamento primaverile per la rassegna Frigodiffusione – il ciclo di programmazione artistico culturale dei Frigoriferi Milanesi – con lo spettacolo teatrale Questi amati orrori, definito da Sara Chiappori su Hystrio, “oggetto teatrale di difficile identificazione, che brilla per rigore, coraggio, inventiva. Lo firmano Renato Gabrielli, drammaturgo che cesella le parole come un orafo, e Massimiliano Speziani, attore capace di impressionanti trasfigurazioni. […] Quel che accade in scena è la danza del pensiero in azione. Ognuno si porta a casa quel che vuole o quel che riesce, ma la sensazione, per una volta, è quella di un’esperienza teatrale vera. Immaginaria e molto, ma molto concreta.”

Gli autori invitano il pubblico il 16 e 17 aprile 2013, alle ore 21.15, presso la Sala Cubo dei Frigoriferi Milanesi (Via Piranesi, 10 – Milano).
Ingresso libero con prenotazione obbligatoria a info -at- frigoriferimilanesi.it.  Scarica l’invito >

Questi amati orrori
di Renato Gabrielli e Massimiliano Speziani

testo di Renato Gabrielli
in scena Massimiliano Speziani
spazio scenico e luci Luigi Mattiazzi

 

Una figura senza nome, ma che ci piace immaginare come un Orfeo dei nostri tempi, giunge da un aldilà minaccioso e seducente, lontano e vicino al tempo stesso, per incontrare il pubblico; ed è proprio sul filo sottile di questa relazione – tra timidezze, reticenze, vuoti mentali e improvvisi slanci – che cerca di fare scoccare la scintilla di un’intesa, di un reciproco riconoscimento.
Evoca di fronte agli spettatori frammenti di vita, ricordati o immaginati, che potrebbero appartenere a chiunque. Per farlo, sovente si sdoppia, generando creature bifronti, tenute assieme dal desiderio e che svaniscono in un soffio d’abbandono: una madre e il suo bambino; un cane e il suo padrone; una coppia di amanti; un dottore e il suo paziente; un attore e chi lo osserva. Un desiderio bruciante di comunione con il pubblico, di abbattere le barriere della rappresentazione, è ciò che muove il nostro “lui” in quest’ora di viaggio – comico a tratti, a tratti elegiaco – tra gli “amati orrori” della memoria e del sogno. Di tale desiderio, Renato Gabrielli e Massimiliano Speziani hanno voluto esplorare non l’inevitabile scacco concettuale, ma le infinite, contraddittorie sfumature emotive, in un esperimento teatrale che si evolve di serata in serata.

Lo spettacolo ha debuttato il 18 giugno 2010 al Teatro La Cucina presso l’ex ospedale psichiatrico Paolo Pini di Milano. Il testo è stato pubblicato su “Hystrio” di ottobre – dicembre 2010.

Questi amati orrori ha segnato un netto cambio di direzione rispetto ai miei lavori precedenti. Avevo spesso scritto avendo in mente precisi interpreti e discutendo con loro la linea da dare al testo già durante la stesura; qui però, per la prima volta, ho costruito una partitura verbale senza fondarla su una struttura drammaturgica di tipo narrativo, ma traendo spunto da quanto proposto da un attore (Massimiliano Speziani) in lunghe sessioni d’improvvisazione. Questo scarto metodologico mi ha indotto a esplorare territori per me nuovi sul piano della lingua e dello stile, per cercare di dare forma a una scrittura più lieve, sospesa e reticente. Il “lui” che cerca una relazione con gli spettatori in Questi amati orrori evoca storie incomplete, semi-cancellate dall’oblio, marcate da un senso di perdita o di abbandono: ecco, non è la riflessione sul teatro, ma un certo sapore di elegia, scoperto dopo anni d’immersione nel fantastico e nel grottesco, ciò che più mi è caro in questo “anti-monologo” divagante e delicato. (Renato Gabrielli)

In teatro, consapevolmente o meno, avviene  un “incontro”, si instaura una “relazione” tra attore e spettatore da cui scaturisce un sentimento. Un sentimento condiviso e vissuto. Il sentimento dello spettacolo. Sentimento che ha sì a che vedere con la storia che si rappresentata, ma è forse il tramite di qualcosa di più essenziale. Un maestro, o forse più maestri, del secolo scorso dicevano che il teatro non è il “cosa”, ma il “come”. Diciamo allora che questo sentimento riguarda il “come”. Dopo l’ “incontro”, dopo la rappresentazione ognuno porta con sé il gusto di tale sentimento, gusto che ha a che fare con qualcosa che riguarda l’aver vissuto un’esperienza. (Massimiliano Speziani)

Renato Gabrielli scrive per il teatro e la televisione e insegna drammaturgia. Esordisce al C.R.T. di Milano nel 1989 con Lettere alla fidanzata. Nel 1993 vince il premio “Pier Vittorio Tondelli” con Esperimenti criminali. Dal 1997 al 2001 è drammaturgo del Centro Teatrale Bresciano. Nel 2004 Mobile Thriller, riceve il Premio Herald Angel al Fringe Festival di Edimburgo. Nel 2005 scrive per la compagnia scozzese Suspect Culture il testo bilingue A Different Language. Tra i suoi lavori più recenti, ricordiamo Cesso dentro, Salviamo i bambini e Tre – Una storia d’amore (pubblicato su “Hystrio” XX-4), con la regia di Sabrina Sinatti. Nel 2008 vince il Premio Hystrio per la drammaturgia e nel 2009 il Premio Milano per il Teatro della giuria degli specialisti per Tre. Nel 2012 realizza l’adattamento drammaturgico di Giulio Cesare di William Shakespeare, regia di Carmelo Rifici, per il Piccolo Teatro di Milano. Collabora come dramaturg con il Teatro delle Moire e con la compagnia E.s.t.i.a.

Massimiliano Speziani, diplomato presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, ha lavorato con i maggiori registi italiani tra cui Giancarlo Cobelli, Luca Ronconi, Massimo Castri, Alfonso Santagata e Federico Tiezzi. Vince il Premio UBU nel 1997. Collabora con il drammaturgo Renato Gabrielli. Tra le ultime interpretazioni: Il Custode delle Partenze scritto e prodotto con Renata M. Molinari; Happy family di Alessandro Genovesi per il Teatro dell’Elfo di Milano; Le Nuvole di Aristofane  per la regia di Antonio Latella; Questi amati orrori di Gabrielli e Speziani; Il Tiglio, ritratto di famiglia senza madre di Tommaso Urselli, di cui cura anche la regia;  Il Memorioso tratto dai libri di Gabriele Nissim per la regia di Paola Bigatto. Natan il Saggio di E. G. Lessing e Giulio Cesare di W. Shakespeare, per la regia di C. Rifici al Piccolo Teatro di Milano. All’attività teatrale alterna quella di didatta e quella di attore e autore radiofonico.

Formatisi alla fine degli anni ottanta alla Scuola “Paolo Grassi” di Milano, Gabrielli e Speziani hanno iniziato a collaborare regolarmente a partire dal 2001, con Vendutissimi, cui hanno fatto seguito Cesso dentro, Salviamo i bambini, Tre, Sicurezza – Una conferenza e il progetto laboratoriale Noi come voi – Artisti al Governo.

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